La Storia della Parrocchia San Giuseppe di Alcamo
Le origini e la vocazione di Don Bartolomeo Palumbo
La storia della Parrocchia San Giuseppe di Alcamo nasce dalla fede e dalla determinazione del suo fondatore, don Bartolomeo Palumbo, nato ad Alcamo il 29 agosto 1915 da Giuseppe e Rocca Vita. Fin da bambino coltivò una profonda devozione per San Giuseppe, in un’epoca in cui il culto verso il Patriarca era particolarmente sentito nelle famiglie cattoliche, anche grazie alla proclamazione di San Giuseppe Patrono della Chiesa Universale da parte di Papa Pio IX nel 1870.
Cresciuto in un contesto di forte fede popolare, Palumbo fece propria la figura di San Giuseppe come modello di lavoro, umiltà e fiducia nella Provvidenza. Ordinato sacerdote il 13 luglio 1941, iniziò il suo ministero come vicario cooperatore nelle parrocchie di San Paolo, San Francesco di Paola e delle Anime Sante. Fu in quegli anni che maturò un grande sogno: costruire una chiesa dedicata a San Giuseppe, simbolo di fede e di speranza per la città.opri di più
La costruzione
Il progetto di don Palumbo prese forma in un periodo difficile. Nel 1943, durante la guerra e i bombardamenti che colpirono Alcamo, egli non rinunciò al suo proposito. Proprio in quell’anno la signora Annunziata Macaluso, vedova del farmacista Giuseppe Fazio, offrì un terreno di sua proprietà in contrada Balatelle–Aversa, adiacente alla via Monte Bonifato, per la costruzione della chiesa.
Il Vescovo di Mazara del Vallo, Mons. Salvatore Ballo, approvò l’iniziativa con una lettera datata 3 febbraio 1944, benedicendo l’opera e incoraggiando i fedeli a collaborare. Pochi giorni dopo, il 20 febbraio 1944, don Palumbo annunciò la costituzione di un Comitato d’Onore, Direttivo ed Esecutivo, e il 30 aprile guidò una processione a piedi scalzi dalla chiesa madre al luogo della futura costruzione.

Il progetto edilizio, redatto dal perito Giuseppe Russo, fu approvato il 22 luglio 1944 dalla Commissione comunale. L’8 dicembre dello stesso anno, in coincidenza con le celebrazioni giubilari per la proclamazione di San Giuseppe Patrono della Chiesa Universale, don Palumbo annunciò ufficialmente l’inizio dei lavori.
Dopo due anni di sacrifici e raccolte fondi, il 22 gennaio 1945 ebbero inizio i lavori di costruzione. Nel febbraio del 1947 fu completato lo scantinato e, dal 3 marzo 1947, si poté celebrare la prima Messa. In quella stessa data, Mons. Ballo istituì ufficialmente la Parrocchia di San Giuseppe, nominando don Palumbo come primo parroco. La madre del sacerdote, Rocca Vita, donò la dote patrimoniale necessaria per il riconoscimento giuridico dell’ente, che avvenne con decreto del Presidente della Repubblica il 10 giugno 1948.
La chiesa, di circa 20 metri per 9, si presentava semplice e armoniosa: pareti spoglie, pavimento in marmo di Carrara e bardiglio, soffitto a cassettoni e due angeli cromati realizzati dal pittore alcamese Gino Patti. Il campanile, in origine, non prevedeva la statua di San Giuseppe che oggi ne completa la sommità.
Dalla fondazione alla crescita della Comunità
Don Palumbo si dedicò completamente alla parrocchia, animando la comunità con entusiasmo e fede. Nonostante le difficoltà economiche del dopoguerra, riuscì a fare della nuova chiesa un punto di riferimento spirituale e sociale per il quartiere Balatelle. La sua opera fu tanto instancabile quanto ispirata, e la sua figura divenne presto simbolo di fede operosa e di dedizione pastorale.
Dopo una vita spesa al servizio di Dio e della comunità, morì nel 1960, lasciando un segno profondo nei cuori dei fedeli e un’opera che sarebbe cresciuta e prosperata nei decenni successivi.
I parroci successivi: Raspanti, Santoro e Mistretta
Alla morte di don Palumbo, la guida della parrocchia fu affidata al sacerdote Ignazio Raspanti, che ne continuò l’opera per quasi quarant’anni. Egli completò la sistemazione materiale della chiesa e ne potenziò la vita spirituale e sociale, in sintonia con i principi del Concilio Vaticano II.
Fu promotore dell’apertura ai laici, della collaborazione con la vicina parrocchia di Sant’Anna e dell’impegno per la formazione dei fedeli. Sostenne con forza la Chiesa in tempi difficili, caratterizzati da tensioni politiche e ideologiche, mantenendo sempre una fede salda e un profondo senso di equilibrio pastorale.
Gli succedette don Enzo Santoro, che portò una ventata di rinnovamento e attenzione ai giovani. Modernizzò gli ambienti parrocchiali, installò nuovi impianti sonori e restaurò arredi e paramenti liturgici. Introdusse nuove pratiche devozionali, tra cui la distribuzione del pane benedetto nella festa di San Giuseppe Lavoratore, e fondò il Laboratorio missionario per sostenere le missioni estere.
Nel 2003 subentrò don Francesco Mistretta, nato ad Alcamo il 4 ottobre 1960 e ordinato sacerdote il 9 gennaio 1988. Dopo aver prestato servizio come parroco a Bonagia e come direttore spirituale del Seminario Vescovile di Trapani, il 1° luglio 2003 assunse la guida della Parrocchia di San Giuseppe.
Il suo ministero si è contraddistinto per la valorizzazione della catechesi, la formazione spirituale e l’impegno contro l’indifferenza religiosa e il disordine morale. Ha inserito nella vita pastorale due importanti movimenti ecclesiali: il Cammino Neocatecumenale e il Rinnovamento nello Spirito Santo, rafforzando l’identità missionaria della comunità.
La parrocchia oggi
Oggi la Parrocchia di San Giuseppe di Alcamo è una comunità viva, aperta e profondamente radicata nella storia della città.
Il cammino iniziato da don Palumbo prosegue nel segno della fede e del servizio, guidato dal desiderio di essere una chiesa accogliente, missionaria e vicina alle persone.
Nel cuore dei fedeli resta vivo l’esempio del fondatore, che “contro ogni speranza” seppe costruire una chiesa di pietra e di spirito. La sua opera continua, generazione dopo generazione, come testimonianza di amore verso Dio, verso San Giuseppe e verso la città di Alcamo.